Nel 2020 il cinquecentesimo anniversario della scomparsa del grandissimo pittore di Urbino. Un'occasione per scoprire i suoi luoghi, tra siti in cui a vissuto ed eventi a sorpresa di GIUSEPPE ORTOLANO A zonzo per le Marche con la scusa di Raffaello. A 500 anni dalla morte del celebre pittore e architetto rinascimentale, morto a soli 37 anni, la regione natale celebra la sua scomparsa con alcune mostre e con l’invito a visitare i luoghi che lo hanno visto crescere e ispirato. Prima tappa Urbino, la città natale di Raffaello Sanzio, per visitare la mostra “Raffaello e gli amici di Urbino”, che fino al 19 gennaio indaga e racconta gli anni di formazione del maestro urbinate e i suoi rapporti con gli artisti a lui contemporanei, e la casa natale del pittore. L’edificio, acquistato nel 1460 dal padre di Raffaello, Giovanni Santi umanista, poeta e pittore alla corte di Federico da Montefeltro, ospitò la bottega dove Raffaello imparò " la divina proporzione degli ingegni, il valore della filosofia, la dignità da dare al suo lavoro di pittore" ed è oggi un museo con opere e manoscritti legati alla vita dell’artista. Una sosta alla vicina Galleria Nazionale delle Marche, nel Palazzo Ducale di Urbino, offre l’opportunità di ammirare il ritratto femminile "La Muta" di Raffaello, insieme a opere di Tiziano, Piero della Francesca, Orazio Gentileschi e altri maestri. Fino al 13 aprile la luminosa Loggia del Pasquino della Galleria ospita inoltre la mostra “Raphael Ware (le ceramiche di Raffaello). I colori del Rinascimento a Urbino” con 147 raffinate maioliche italiane rinascimentali provenienti dalla più grande collezione privata del mondo di questo genere. Seconda insolita tappa è l’aeroporto di Falconara-Ancona, il principale della regione, che fino al 20 gennaio ospita l’esposizione “Raffaello Una mostra impossibile”. Qui si possono ammirare le riproduzioni a grandezza naturale di 45 opere del maestro urbinate, capolavori disseminati in 17 paesi diversi e quindi normalmente impossibili da vedere in un unico allestimento. E dato che Ancona dista una manciata di chilometri dall’aeroporto vale la pena dedicare un po’ di tempo al capoluogo marchigiano per ammirare almeno l’emblema della città, la Cattedrale di San Ciriaco, in stile romanico con influssi bizantini e gotici, collocata in una straordinaria posizione panoramica con il portale che abbraccia idealmente Ancona e il suo mare. Il Museo Tattile Omero, spazio unico e senza barriere in cui tutti possono conoscere l’arte attraverso il tatto, propone un’esperienza insolita nella mostra “Toccare la bellezza” con oltre cento tavole tattili realizzate da Bruno Munari tutte da toccare. Ad Ascoli Piceno sono state invece raccolte 37 opere marchigiane tra il ‘400 e il ‘700 restaurate dopo il sisma del 2016 e ripresentate alla collettività nella mostra “Rinascimento Marchigiano”. Un’occasione per visitare uno degli edifici più suggestivi della città: la storica prigione medievale di Forte Malatesta, restaurata come presidio pontificio da Antonio da Sangallo il Giovane. Dopo aver visitato la mostra e il maniero è d’obbligo una sosta in piazza del Popolo, autentico gioiello rinascimentale conosciuto come “salotto d’Italia”. Una passeggiata lungo l’itinerario di trekking urbano che parte da piazza Arringo e termina alla Cartiera Papale è - per dirla con le parole di Jean-Paul Sartre – come sfogliare un volume di storia dell’arte e avere la fortuna di incontrare le illustrazioni più rappresentative e espressive dei vari periodi dell’arte italiana. Il nostro viaggio nelle Marche si conclude a poco più di dieci chilometri a sud della città, dove si incontra lo spettacolare eremo di San Marco. Un romitorio abbarbicato alla parete rocciosa del Colle San Marco, visibile da piazza del Popolo, costruito intorno al 1200 in blocchi di travertino grossolanamente squadrati al quale si accede mediante un’imponente scalinata in pietra che, come un ponte, attraversa un profondo burrone.
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